I risultati di Marrakech
La COP22, la 22° sessione della Conferenza della Parti della Convenzione Quadro sui cambiamenti climatici che si è svolta a Marrakech dal 7 al 18 novembre, ha visto un leggero calo del numero di partecipanti ed ha riscosso inevitabilmente meno interesse mediatico della precedente COP21, culminata dall’Accordo di Parigi.
La COP22 ha visto l’approvazione dell’Alleanza di Marrakech per l’azione climatica globale, della una Dichiarazione dei Capi di Stato ma anche moltissimi altri documenti (25 documenti della COP22 propriamente detta, derivante direttamente dalla Convenzione Quadro, 8 della CMP – il meeting delle parti del Protocollo di Kyoto e 2 del CMA - il meeting delle parti dell’Accordo di Parigi, riunito per la prima volta). Tutti testi difficilmente comprensibili per chi non segue nel dettaglio il negoziato. (altro…)
L’effetto-Trump sulle politiche sul clima
Negli ultimi giorni molto si è discusso circa le potenziali conseguenze sull’Accordo di Parigi derivanti dall’elezione di Donald Trump come prossimo Presidente degli Stati Uniti; e alla COP22 di Marrakech, conclusasi il 19 novembre, si sono rincorse voci secondo cui Trump sia pronto ad annunciare al mondo il prossimo “abbandono” dell’Accordo da parte degli USA. Ma può veramente farlo?
Sia chiaro, fornire una risposta lineare a tale quesito è tutt’altro che semplice. Ciononostante, è possibile affrontare la questione ragionando su due livelli: il primo, quello prettamente legale dell’Accordo; il secondo, quello “pratico”, relativo agli impegni.
Per comprendere appieno gli scenari, è però necessaria innanzi tutto una premessa circa la natura dell’Accordo di Parigi: trattasi infatti di un accordo internazionale, legalmente vincolante, entrato ufficialmente in vigore e ratificato ad oggi da 113 Paesi; inoltre, l’Accordo si colloca all’interno della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici, ovvero il Trattato originatosi dalla Conferenza di Rio del 1992 ed entrato in vigore nel 1994. (altro…) Le obiezioni legittime, e quelle illegittime
Paolo Mieli ha scritto sul Corriere della Sera del 7 novembre 2016 un editoriale (“I dati, i dubbi e gli eccessi sul cambiamento climatico”) davvero strano. Nella prima parte ci sono diverse affermazioni sensate (ad esempio: “è del tutto ragionevole che, sia pure a titolo precauzionale, vengano prese misure anche drastiche per combattere il global warming”); nella seconda parte ci sono molte inesattezze, ragionamenti fallaci e fatti non veri.
Qui di seguito ci concentriamo solo su alcuni dei passaggi (in seguito in corsivo) più infondati dal punto di vista scientifico, e rimandiamo ad altre analisi (su Oca Sapiens e Valigia Blu) per disamine più complete. Vogliamo pensare che Paolo Mieli sia semplicemente poco preparato nel campo, e speriamo che quanto scriviamo di seguito possa essergli utile.
“È invece irrazionale dar retta ai sostenitori della tesi che questo sia un campo delle certezze assolute (tra loro molti attori cinematografici, spiccano per spirito militante Leonardo DiCaprio e Arnold Schwarzenegger).” (altro…)
Due ghiacciai d’alta quota collassano in Tibet: nuovi effetti del cambiamento climatico?
Il ritiro dei ghiacciai d’alta quota per fusione della parte terminale è un fenomeno ampiamente diffuso a livello globale. Durante l’estate sono però avvenuti in Tibet i collassi catastrofici di due ghiacciai adiacenti. Ed hanno sorpreso tutti.
Lo scorso 17 luglio era probabilmente un giorno estivo come tanti altri sugli aridi pascoli d’altissima quota nei pressi del lago Aru nella parte nord-occidentale del plateau Tibetano, in Cina (Fig. 1).

Fig. 1 Mappa dell’altopiano tibetano con la posizione del lago Aru indicata dal segnaposto rosso (fonte: Google maps). (altro…)
Tra Enciclica e Accordo di Parigi: addio ai fossili, benvenuta resilienza
L’ultimo, già premiato, libro di Luca Lombroso apre il dibattito a temi nuovi, dando una spallata al passato.
Se nel suo precedente “Dipende da Te, 101 cose da fare per salvare il pianeta e vivere meglio” il meteorologo e divulgatore ambientale Luca Lombroso mostrava come sia possibile “coltivare il proprio giardino”, anche in assenza di grandi accordi internazionali, nel nuovo libro “Ciao fossili. Cambiamenti climatici: resilienza e futuro post carbon” (Edizioni Artestampa, 256 pagine) Lombroso descrive invece il cielo che si sta sgombrando tra Enciclica, Accordo di Parigi e modifiche di fondo dello scenario economico-sociale.
Sempre con capitoletti brevissimi di 1-2 pagine, che alternano ragionamenti a slogan di sintesi. Non senza posizioni originali che sollecitano il dibattito. (altro…)
Settimane importanti per il clima
Il 27 settembre è stato raggiunto il primo accordo di limitazione delle emissioni dei trasporti aerei internazionali, approvato nell’assemblea ICAO (l’organizzazione internazionale dell’aviazione civile). L’accordo è basato su uno schema di riduzione e compensazione delle emissioni, chiamato CORSIA, che prevede di stabilizzare ai livelli del 2020 le emissioni di CO2 di questo settore in forte crescita. Dettagli qui e qui. (altro…) L’Agente Betulla contro l’Accordo di Parigi
Che questo sia questo un momento storico lo si può capire anche dall’apertura di prima pagina e dalle due intere pagine dedicate alla ratifica dell’Accordo di Parigi da un quotidiano nazionale, Libero.
Tre articoli di chiaro stampo negazionista e contrari alle politiche sul clima, firmati da Renato Farina, Marco Gorra e Tommaso Montesano. Articoli spazzatura come non se ne leggevano da tempo, con errori, falsità e dati inventati. (altro…) Assegnato il premio “A qualcuno piace caldo” 2015
PREMIO “A QUALCUNO PIACE CALDO” 2015
(altro…)La proposta di Effort Sharing europeo al 2030: -33% per l’Italia
È stata presentata in luglio dalla Commissione Europea la proposta legislativa per l’Effort Sharing Regulation, ovvero la suddivisione tra gli Stati Membri dell’obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni di gas serra del 40% entro il 2030 rispetto al 1990 (già approvato nel 2014 con il “2030 climate and energy goals for a competitive, secure and low-carbon EU economy”).
È opportuno ricordare come l’obiettivo europeo al 2030 è stato scomposto in due parti: da una parte un obiettivo di riduzione delle emissioni per i grandi impianti industriali che ricadono nell’Emission Trading Europeo (abbreviato con “EU-ETS”: centrali elettriche, cementerie, acciaierie, raffinerie, ecc., elenco completo qui), dall’altra un obiettivo di emissioni degli altri settori (chiamati ESD: emissioni da riscaldamento edifici, trasporti, emissioni non CO2 da agricoltura, rifiuti, piccola industria, ecc). Gli obiettivi al 2030, riportati nell’INDC trasmesso dall’Unione Europea nell’ambito dell’Accordo di Parigi, sono:
- per il settore EU-ETS, riduzione del 43% complessivo rispetto alle emissioni del 2005;
- per il settore non EU-ETS, riduzione del 30% rispetto alle emissioni del 2005.
La proposta di Effort Sharing (“condivisione dello sforzo”) si riferisce alle sole emissioni derivanti dai settori non EU-ETS, e suddivide il -30% europeo fra gli Stati Membri, con obiettivi differenziati mostrati nel grafico a fianco. Sono obiettivi decisi sulla base di valutazioni tecniche economiche volte a valutare la “difficoltà” che si ritiene gli Stati faranno nel ridurre le emissioni (ad esempio uno dei confronti utilizzati è quello del valore dei PIL nazionali rispetto alla media EU, si veda lo Studio dell’impatto delle misure di riduzione), chi ha PIL più alto deve ridurre di più. (altro…) Appello per reintrodurre Scala Mercalli nel palinsesto RAI
Com’è noto, tra febbraio ed aprile del 2015 e del 2016 RAI3 ha ospitato due minicicli di sei trasmissioni settimanali chiamate “Scala Mercalli” (tuttora visionabili negli archivi della RAI), condotte da Luca Mercalli, meteorologo, divulgatore scientifico e climatologo ben noto al pubblico per la sua pluriennale partecipazione alla trasmissione “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio.
Scala Mercalli ha un titolo che gioca volutamente sull’omonimia tra la scala Mercalli dei terremoti, rielaborata dal geologo Giuseppe Mercalli, e il nome di Luca Mercalli. La scala Mercallli, rielaborata all’inizio del ventesimo secolo sulla base della scala ottocentesca definita da Rossi e Forel per la misurazione dell’intensità dei terremoti attraverso l’analisi delle conseguenze prodotte sulle cose, era composta inizialmente da 10 gradi e successivamente modificata e portata a 12 gradi da Cancani, e fu infine rivista nel 1930 da Sieberg; tuttavia, ancor oggi porta ancora il nome di Mercalli per semplicità). Come lo stesso Luca spiega, il titolo della trasmissione gioca con un’analogia con le problematiche ambientali di oggi, con lo scopo di fissare le idee e attirare l’attenzione su argomenti poco noti, e soprattutto poco discussi sulla televisione italiana: “abbiamo cercato comunque di attenerci il più possibile alle priorità assegnate ai diversi processi naturali dai lavori di Johan Rockstrom (2009) e di William Steffen (2014) sui confini planetari sicuri” (link qui alla citazione). (altro…)
Quando la scienza si piega alla politica: il negazionismo climatico nel rapporto del Dipartimento dell’Energia USA
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