Dal diario di bordo: bufala a diritta
Il riscaldamento globale del pianeta Terra è ormai un dato acquisito. La letteratura scientifica su questo punto è talmente vasta che conviene semplicemente citare a supporto l’ottima rassegna del Quarto Rapporto dell’IPCC, sia nei dettagli del capitolo 2 del Primo Gruppo di Lavoro che nella sintesi per i decisori politici, in cui si trova l’affermazione “Il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile”. Del resto, ormai anche il pensiero negazionista ha ormai pressoché riconosciuto l’esistenza del riscaldamento globale (salvo alcuni irriducibili, una cui buona rappresentanza la si trova nell’elenco di coloro che sono in lizza per il premio “a qualcuno piace caldo”), e negli ultimi anni ha quasi del tutto abbandonato le (errate) contestazioni sulle isole di calore, o sulla debolezza della rete di misura, ecc. . Oggi le contestazioni si indirizzano prevalentemente su altri punti, ad esempio sull’atipicità dell’attuale riscaldamento globale, ossia se sia già occorso o meno nel passato, o sulle responsabilità (si indicano altri presunti colpevoli: sole, raggi cosmici, la rotazione della terra, ecc). Per questo motivo si rimane stupiti nel sentire, seppur di sfuggita in una rassegna stampa alla radio, che, secondo un articolo pubblicato su un quotidiano, il clima è immutato, e le temperature sono le stesse di 200 anni or sono. La fonte della notizia è l’articolo apparso sul Corriere della Sera dell’8 ottobre 2009 intitolato “Il diario di Cook svela che il clima è immutato”. L’occhiello recita “Londra usa le note degli esploratori e scopre che temperature e venti sono come 200 anni fa”.

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Picco del petrolio e riscaldamento globale: una cosa esclude l’altra?
Sotto, sotto, serpeggia l'idea che, tutto sommato, il famigerato “Picco del Petrolio” ci potrebbe salvare dal riscaldamento globale. Il picco, si sa, è quel momento in cui la produzione petrolifera comincia a declinare irreversibilmente per una combinazione di esaurimento fisico delle risorse e difficoltà economiche per l'estrazione. Se si produce meno petrolio, evidentemente, se ne brucia di meno e, di conseguenza, si immette meno CO2 nell'atmosfera. Allora, potrebbe questo fenomeno essere sufficiente a bloccare il riscaldamento o, addirittura, a invertire la tendenza del cambiamento climatico? C'è addirittura chi ritiene che i due concetti – picco e cambiamento climatico - siano in evidente contraddizione l'uno con l'altro. Questo porta alle volte a invettive contro gli odiati catastrofisti e/o allarmisti accusati di falsità e menzogna per il fatto di credere e proclamare che – allo stesso tempo – moriremo di freddo per via del picco del petrolio e di caldo per via del riscaldamento globale.
Come sempre, la verità si trova lasciando perdere la politica e quantificando i dati disponibili. I dati hanno, ovviamente, delle incertezze ma da un'analisi seria si può sempre arrivare a quantificare perlomeno quali sono le incertezze e che cosa ci possiamo ragionevolmente trovare davanti nel futuro. Il risultato è che, purtroppo, il picco del petrolio – da solo - non ci salverà dal riscaldamento globale.
Un resoconto sugli studi su questo argomento si trova in un articolo da me pubblicato, in inglese, su “The Oil Drum” nel 2009. Esaminando la letteratura scientifica sull'argomento, si vede che l'IPCC ha consistentemente utilizzato dati e scenari “ufficiali” relativi all'abbondanza delle risorse petrolifere e fossili. Per primo è stato Jean Laherrere nel 2001 a far notare che questi dati ufficiali potrebbero essere fortemente sovrastimati. Laherrere, tuttavia, si era limitato a quantificare le quantità di CO2 che possono essere immesse nell'atmosfera. Queste quantità non sono uguali alle concentrazioni dato che intervengono una serie di “sink” che assorbono gradualmente la CO2. (altro…) La CO 2 in atmosfera non è mai stata così bassa ?!?
Nell’incipit dell’articolo è già contenuto l’attacco all’isteria (collettiva?) che porta a credere alla causa antropica della fase di riscaldamento globale, la staffilata contro i modelli matematici “sonoramente sbagliati”, un monito sul significato di “temperatura del pianeta”, ammesso che “significhi qualcosa”, per poi arrivare quindi ad affermare che “la concentrazione di CO2 in atmosfera non è mai stata bassa come oggigiorno”. (altro…) Aperte le votazioni per il premio “A qualcuno piace caldo 2008”
Climalteranti compie 1 anno
Climalteranti compie un anno di vita ed è tempo dei primi bilanci.
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Partiamo dai numeri: il sito è stato visto 61.000 volte, con un record di 746 viste l’11 maggio 2009. La media è di circa 5.000 viste al mese e di 164 al giorno. Infine 16 "tecnologici" ci seguono tramite i feed RSS..
Sono stati pubblicati 43 post che hanno ricevuto 1.250 commenti. La sezione Realclimate ITA dedicata alle traduzioni in italiano di Realclimate ha 26 traduzioni, preparate da un gruppo di esperti traduttori, studenti, ex studenti e dottorandi di ricerca di tante diverse università italiane, che hanno garantito una corretta trasposizione in italiano anche dei testi più tecnici. (altro…)Economia e politica climatica
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Lo scorso 1° Luglio, il quotidiano La Stampa ha pubblicato un articolo a nome mio, dal titolo “Tutti sbagliati i calcoli sui gas serra”. Io non ho scritto quell’articolo. È stato messo insieme dal sig. Fabio Fantoni, capo ufficio stampa della Fondazione Sigma Tau. Il signor Fantoni mi aveva chiesto del materiale per pubblicizzare una lezione da me tenuta a Spoleto l’8 Luglio. Ha scritto un sommario distorto passandolo come un mio lavoro. Questa questione sta ora facendo il suo corso nei tribunali.
Sono grato agli editori di Climalteranti di darmi l’opportunità di mettere le cose a posto. Né la Fondazione Sigma Tau né La Stampa mi hanno dato questa opportunità. (altro…) Gli errori gravi di un giornalista pignolo
Un caso di disinformazione di Tuttoscienze
Man mano che ci addentriamo nella lettura dell'articolo, i dubbi si concretizzano, e comprendiamo di essere di fronte ad una di quelle operazioni di disinformazione a mezzo stampa che fanno ritenere a molti lettori che non ci sia modo di ricavare informazioni serie ed utili dalla lettura della scienza e degli scienziati, perché le valutazione che essa ed essi esprimono cambiano radicalmente da un anno all’altro, quando va bene, o addirittura da un giorno all’altro, in casi come questo.
L’elemento più negativo in questa pagina, che spiega il nostro giudizio di operazione di disinformazione, è la titolazione, assolutamente ingiustificata rispetto al contenuto dei due articoli, non solo per quanto riguarda la già citata apertura di pagina, ma anche per quello del secondo pezzo (“Tutti sbagliati i calcoli sui gas serra”). Non sappiamo se tali titoli siano dettati dall’obiettivo di stupire, e per questa via “accalappiare” a buon prezzo dei lettori altrimenti riluttanti a sorbirsi la lettura di articoli a carattere scientifico, o da un preconcetto “ideologico” del responsabile dell’inserto: certo è che il risultato sarebbe addirittura ridicolo, se non fosse per i danni che questa disinformazione scientifica causa. (altro…) A rischio il Registro nazionale delle emissioni e delle quote di emissione del Protocollo di Kyoto?
Già in un precedente post ci eravamo occupati del Protocollo di Kyoto e della sua implementazione in Italia. Il governo italiano ha più volte mostrato le proprie perplessità circa l’attuazione di politiche orientate alla riduzione delle emissioni di gas serra. In diverse occasioni non ha mancato di palesare il proprio scetticismo sul tema dei cambiamenti climatici e sull’opportunità di affrontare i costi, ritenuti troppo alti, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati a livello europeo: i) riduzione nel 2020 del 20% delle emissioni di gas ad effetto serra rispetto al 1990 e ii) sviluppo delle fonti rinnovabili in misura del 20% sul totale dei consumi finali di energia nel 2020.
Le posizioni del Governo Italiano sono cambiate negli ultimi mesi, anche sotto la spinta dell’Unione Europea e degli Usa di Barack Obama. Tanto che il Ministro dell' Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, alla vigilia dell’apertura dei lavori del comitato esecutivo del Intergovernamental Panel on Climate Change (IPCC) a Venezia, ha affermato l’importanza e l’urgenza di stabilire, a livello nazionale, azioni pratiche da cui ottenere risultati utili. (altro…)
Quando la scienza si piega alla politica: il negazionismo climatico nel rapporto del Dipartimento dell’Energia USA
Tira un gran brutto vento
Diluvio, un grande romanzo sulla crisi climatica
La storia del clima in Italia
Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea
Il clima come bene comune
L’Italia si sta allontanando dai suoi obiettivi sul clima
Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati
100% di elettricità rinnovabile è possibile