Quando il critico televisivo vuole essere rassicurato
“Frasi senza significato, argomentazioni contraddittorie, affermazioni senza fondamento, toni derisori: un trash logico, lessicale, morale”, il giudizio di Antonio Calafati su una parte consistente del giornalismo nostrano è ancora attuale, e ben si adatta al critico televisivo del Corriere.
Non é la prima volta che Aldo Grasso si lamenta per il fatto che si parli di cambiamenti climatici in televisione. Già il 30 aprile del 2007 Grasso aveva rivolto le medesime accuse a Luca Mercalli, reo di non limitarsi alle previsioni del tempo, e aveva indicato il modo alternativo e più gradito con cui si dovrebbe trattare il tema, “le splendide meteorine di Emilio Fede” (oggi preferisce “lo stile rassicurante di Piero Angela”). (altro…)
Il clima di mia figlia e il mio
Mia figlia ha vissuto in un clima globale in media 0,57 °C più caldo rispetto a me. Per confronto, la differenza fra mio padre e me è stata quasi nulla, solo -0,02 °C. Io ho vissuto un solo anno record, il 1973 più caldo di soli 0,.01 °C rispetto al record precedente ventinove anni prima; lei ne ha vissuti già quattro (1998, 2005, 2010 e 2014). Il mio anno più caldo è stato 0,24 °C al di sotto del suo anno più freddo e la differenza fra il mio più freddo e il suo più caldo è stata di 0,87 °C. Il mio clima trentennale è stato sostanzialmente stabile mentre il suo si riscalda ad un ritmo di 0,17 °C ogni decennio. (altro…) Scala Mercalli, si parla di clima in televisione in prima serata
Dal 28 febbraio, inizia un programma in cui in prima serata sulla televisione italiana si parlerà anche di cambiamenti climatici.
È un evento a suo modo storico, che segna – finalmente – anche per la televisione italiana la presa di coscienza dell’importanza di un tema a lungo snobbato.
Il programma è “Scala Mercalli - I gradi della crisi ambientale e la via della sostenibilità”, ideato e condotto da Luca Mercalli, meteorologo e climatologo, presidente della Società
Meteorologica Italiana, il volto più conosciuto per la televisione italiana sulle tematiche dei cambiamenti climatici, noto per gli interventi nella trasmissione “Che tempo che fa”, in cui ha parlato spesso di clima e di altri temi ambientali.
L’avvio di questa trasmissione era stata annunciata da Luca a Venezia durante la tavola rotonda “Caccia al tesoro nella miniera dei dati. Innovazione, conoscenza e comunicazione del clima” che si svolse il 30 settembre 2014 durante la Seconda Assemblea della Società Italiana per la Scienza del Clima, in cui si era discusso dell’importanza di far conoscere ai grandi numeri del pubblico televisivo il problema dei cambiamenti climatici e le risposte possibili.
Già nella prima puntata di Scala Mercalli, in onda alle 21.30 di sabato 28 febbraio su Rai3, si parlerà delle evidenze scientifiche sui cambiamenti climatici, attraverso documentari originali girati in tutto il mondo in cui saranno mostrati i risultati delle ricerche scientifiche e le ricadute sulla vita quotidiana del cambiamento climatico.
Si parlerà anche di risorse, con ospiti in studio Ugo Bardi e Tim Jackson.
(altro…) Cambiamento climatico e conflitti globali: c’è un nesso causale?
Studi recenti indicano che in fase di cambiamento climatico si verificano maggiori conflitti tra gli Stati, per la terra, l’uso delle risorse, per l’acqua dei grandi fiumi. C’è un nesso causale? Gli scienziati dibattono, ma se così fosse, l’umanità avrebbe un motivo in più per contrastare il riscaldamento globale.
Diversi articoli recenti su autorevoli organi di stampa e riviste internazionali (The Guardian, 2014; RTCC; 2014; HUFFPOST-GREEN, 2014; BBC News, 2013; Scientific American, 2009) e nazionali (LIMES, 2014; Repubblica, 2014) indicano il cambiamento climatico come con-causa sostanziale di conflitti a livello mondiale. Variazioni della temperature e delle precipitazioni, riportano tali articoli, sono correlati ad incrementi locali dei comportamenti violenti, ed ad un aumento dei conflitti transnazionali e delle guerre. Il cambiamento climatico influenza l’economia, specialmente in paesi fortemente agricoli variando i raccolti ed il costo delle derrate (vedi: RIO+20, sicurezza alimentare e cambiamento climatico). Variazioni della situazione economica e della ricchezza possono influenzare il comportamento delle popolazioni, e lo sviluppo di movimenti violenti. Il global warming sarebbe dunque da contrastare anche per l’effetto nefasto sui conflitti a scala globale. (altro…)
L’en plein dei record delle temperature
Con la pubblicazione dei dati del UK-MetOffice, sono disponibili i dati dei 5 più noti centri di ricerca che analizzano i dati delle temperature globali (gli altri sono NASA-GISS, NOAA-NCDC, JMA e Berkeley Earth).
Secondo tutte queste fonti, il 2014 è stato l’anno più caldo da quando esistono misurazioni delle temperature dell’atmosfera che permettono di ricostruire la medie globale, ovvero da più di 130 anni.
Come già scritto nella precedente analisi realizzata sulla base dei dati grezzi, il confronto dei valori forniti dai centri di ricerca non è facile, perché sono diversi i modi di elaborazione dei dati, i modi con cui si stima la media globale delle temperature partendo da un set di misurazioni distribuito non omogeneamente sulla superficie terrestre. Ognuno di questi enti esprime, infatti, i dati delle temperature in termini di “anomalie” rispetto ad un valore medio, ma con assunzioni diverse sul periodo di riferimento: (altro…)
Far finta di niente sul cambiamento climatico
Gli scienziati sono stati spesso accusati di esagerare la minaccia del cambiamento climatico, ma sta diventando sempre più evidente che dovrebbero invece essere più espliciti nel sottolineare i rischi che stiamo correndo. L’anno appena terminato sta per essere definito il più caldo della serie storica, e il cambiamento climatico che si sta manifestando sul nostro pianeta è più rapido di quanto previsto dagli scienziati stessi.
La scienza di per sé tende ad essere conservativa, e le nuove scoperte tendono ad essere accolte con grande scetticismo. Quando Copernico disse che la Terra orbita attorno al Sole, oppure quando Wegener disse che i continenti vanno alla deriva, o anche quando Darwin disse che le specie evolvono per selezione naturale, il peso della prova di tali affermazioni ricadeva su di loro. Nei secoli XVIII e XIX questo atteggiamento conservatore risultò nella necessità di presentare una grande quantità di prove sperimentali; nel XX secolo si aggiunse la richiesta di valutare la significatività statistica delle prove.
Noi tutti abbiamo udito lo slogan “la correlazione non è la prova della causalità”, ma questa frase è fuorviante. Sarebbe preferibile dire che la correlazione non implica necessariamente la causalità, perché dobbiamo scartare la possibilità che ciò che stiamo osservando avvenga per caso. Tipicamente gli scienziati applicano il limite di confidenza al 95%, nel senso che essi sono disposti ad accettare un’affermazione di causalità qualora si sia in grado di mostrare che la probabilità di un evento casuale non sia più di una su 20. Ma ciò significa anche che, quando la probabilità che l’evento sia casuale supera un esiguo 5%, gli stessi scienziati sono disposti a scartare l’ipotesi della causalità. E’ come se un giocatore a Las Vegas rinunciasse a scommettere, pur avendo probabilità prossima (ma non pari) al 95% di vincere. (altro…) Le molte alternative nella bozza del nuovo accordo sul clima
Fra i principali risultati della 20° Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione UNFCCC che si è svolta nella capitale peruviana nei primi quindici giorni del dicembre 2014, c’è l’allegato del Richiamo di Lima per l’azione sul clima, gli “Elementi per una bozza di testo negoziale”.
È di fatto la bozza del nuovo accordo che dovrà essere siglato nel dicembre 2015 nella COP21 di Parigi.
Il testo è composto da 37 pagine, contiene ben 272 opzioni alternative: è un numero molto grande, ma se si considera che riguarda 89 temi, sono circa 3 alternative per ogni tema. In ben 47 temi, le scelte sono solo due, rendendo il compito più facile; va ricordato che nelle COP non si decide con un voto stile referendum, si cerca di solito di raggiungere l’unanimità. (altro…) Il 2014: in pratica l’anno più caldo dall’inizio delle misure
No, non siamo a caccia di record: ne faremmo volentieri a meno. Perché il clima non è il calcio o lo sport. È solo che c'era una certa attesa per vedere se il 2014 si sarebbe preso lo scettro di anno più caldo. Come è ormai consuetudine da diversi anni, ai primi di gennaio cogliamo l’occasione per fare il punto sull’anno appena trascorso, per quanto riguarda le temperature.
In attesa di avere i dati ufficiali di tutti i centri di ricerca che realizzano l’analisi delle temperature globali, pubblichiamo qui a fianco i dati della Japan Meteorological Agency, che mostrano come il 2014 sia stato l’anno più caldo, con un’anomalia di +0.27°C rispetto alla media del periodo 1981-2010, con una differenza di 0.05°C in più rispetto al 1998, che ora passa al secondo posto.
Elaborazioni più dettagliate sono possibili, e saranno illustrate in seguito, partendo dal database NOAA/NCEP/NCAR, che permette di avere a disposizione con solo due giorni di ritardo i dati grezzi rielaborati; Ad oggi sono disponibili i dati medi giornalieri fino al 31 dicembre 2014. (altro…) La sesta estinzione di massa
Elizabeth Kolbert, già autrice di Field Notes from a Catastrophe, si supera nel suo nuovo libro The sixth extinction (versione italiana: La Sesta Estinzione). Con una narrativa strepitosa, ci porta negli angoli più remoti del pianeta mostrando che la sesta estinzione di massa è in pieno svolgimento e che questa volta la causa non è naturale ma siamo noi.
Ve lo ricordate il soldato John Dumbar (Kevin Costner) nel film del 1990 “Balla coi lupi”? Quando gli chiesero perché diavolo volesse essere assegnato al più remoto avamposto dell’esercito nordista, rispose: “Voglio vedere la frontiera prima che scompaia”. E’ da un po’ di tempo che, di fronte all’avanzamento dei cambiamenti climatici e ambientali, ho le stesse sensazioni. E così, siccome di ghiacciai che stanno scomparendo ne ho visti abbastanza, il giugno scorso sono andato a vedere la barriera corallina prima che l’acidificazione degli oceani la cancelli completamente.
Fig. 1: La barriera corallina delle Isole Vergini, un patrimonio di biodiversità in forte recessione.
Riscaldamento globale: aumento significativo, pausa o altro?
Pubblichiamo la traduzione di un post di Stefan Rahmstorf pubblicato sul blog Realclimate, a cui facciamo gli auguri per il 10° compleanno.
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L’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha appena annunciato che “l’anno 2014 che sta per finire sembra avviato ad essere il più caldo o uno dei più caldi della serie”; mi sembra dunque il caso di dare uno sguardo ai recenti cambiamenti della temperatura globale del pianeta. Farò uso dell’ottimo strumento di visualizzazione delle temperature e calcolo dei trend di Kevin Cowtan per presentare alcune figure. I dati sono quelli dell’Hadley Climate Research Unit (HadCRUT4), che possiede l’algoritmo più sofisticato per riempire gli intervalli di dati mancanti, specie nell’Artico, ricorrendo all’ausilio del satellite. Naturalmente, le medesime conclusioni possono essere tratte utilizzando altre banche dati. Cominciamo dall’analizzare l’intera serie dati, che ha inizio nel 1979 quando i dati satellitari sono diventati disponibili (e comunque poco dopo l’inizio del riscaldamento globale).

Fig. 1. Valori medi mensili (crocette blu), media mobile 12 mesi (linea rossa), trend lineare (linea blu centrale) e intervallo di incertezza (linee blu sottili laterali) della temperatura globale dal 1979 ad oggi. (altro…)
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